Roberto D’Agostin - Luigi Cerantola - Claudio Sichel
Raccolta di 3 opere pubblicate da Nomadic Editions Poetry/Music che uniscono Fotografia Poesia e Musica:
- ETNA
- ACROBATI
- KAPADOKYA – ΑΙΩΝ
Fotografia, poesia e musica si intersecano a creare una forma espressiva inedita. Tre artisti: Renato D’Agostin, uno dei giovani fotografi italiani più apprezzati e conosciuti all’estero, il poeta Luigi Cerantola, docente di letteratura italiana all’Università Imperiale di Tokio, e il compositore ed artista multimediale Claudio Sichel, premiato da numerosi festival internazionali, hanno dato vita a due opere, Etna e Acrobati, in cui i tre elementi pensati insieme, possono vivere anche autonomamente: in volume fotografico, in libro stampato, in disco. «Tante sono le mostre di fotografia, e la poesia sembra ora che tutti siano capaci di farla, come pure la musica. E si vedono anche libri di fotografia accoppiati alla poesia, non si capisce con quale ragione» dice Luigi Cerantola. «Qui invece tre autori si sono cimentati in due opere dove tre arti – fotografia, poesia, musica – sono integrate a creare una forma espressiva inedita del tutto e tale da destare stupore, perché in realtà i tre interventi, pensati ed elaborati insieme, possono vivere anche autonomamente: in volume fotografico, in libro stampato, in disco; ma si realizzano compiutamente soltanto in un’esecuzione, parte predisposta e parte dal vivo, in cui si fondono a esaltare prima il magmatico informe del vulcano di Sicilia, poi la leggerezza impalpabile degli acrobati di Shangai. Ed è proprio nell’esecuzione che si evidenzia il calcolo esatto che regge la triplice alleanza delle due opere, nel tentativo di superare la barriera tra le arti e nella volontà di garantire allo spettatore qualcosa di pensato nel minimo dettaglio, previsto perfino nell’aleatorietà dell’esecuzione affidata al coro MensanaX, esperto nella declamazione di testi polifonici.
"Già l’opera lirica sommava in sé almeno tre procedimenti: parola poetica, musica, scena; ma l’operazione presente, se non ambisce a tanto, contiene almeno una proposta coraggiosa: quella d’ancorare l’espressione al calcolo, cavandola al conclamato soggettivismo di cui troppo è vittima l’attuale situazione delle arti, perché solo nel calibrato gioco delle parti avviene qui l’opera, nella pretesa, temeraria ma non indegna, che ne sorga la sperata armonia".
Fondazione Benetton Treviso
https://www.fbsr.it/agenda/la-triplice-alleanza/
https://www.fbsr.it/agenda/kapadokya-%CE%B1%CE%B9%CF%89%CE%BD/
https://www.ilgazzettino.it/pay/treviso_pay/il_titolo_storico_curioso_triplice_alleanza_ma-746877.html
Biografia degli artisti
Renato D’Agostin nasce nel 1983 a San Donà di Piave, Venezia. Dopo gli studi liceali si trasferisce a Milano e inizia la collaborazione con lo studio di produzione Maison Sabbatini. Segue poi New York, dove D’Agostin diventa unico assistente del grande maestro americano Ralph Gibson. Contemporaneamente nella città americana D’Agostin ottiene la sua prima mostra alla Leica Gallery e pubblica il suo primo volume, Metropolis. Negli anni seguono mostre a Parigi, Milano, Tokyo, Istanbul, Madrid, Tangeri, Roma, Venezia e molte altre città del vecchio e nuovo continente. I volumi Un giorno con Lucia, Tokyo Untitled, The Beautiful Cliché-Venezia, Etna, Acrobati e Frecce vengono pubblicati e le fotografie di D’Agostin iniziano a entrare in collezioni private e museali, fino ad arrivare alle più recenti, quando Paris 2005 di D’Agostin entra nel 2013 nella collezione della Library of Congress e nel 2014 nella Phillips Collection di Washington DC, accompagnando i grandi maestri della fotografia, divenendo uno dei giovani fotografi italiani più apprezzati e conosciuti internazionalmente.
Luigi Cerantola è veneta pianta, da un paese di Giorgione venuta e innestata dalle muse camene alle città, al polverio dei rumori, ai lontani orizzonti tra gli alberi. Tra i grattanuvole del Tokyo dal 2001, missionario dell’italica letteratura a quell’Imperiale università. Autore di poesia, prosa e drammaturgia, ritiene che le sue opere maggiori siano per la poesia: Sei Suites (1977-83), Opus Seriale (1981), Anacronie (1986), Allologie (1991, musica di M. Baratello 2005), Responsoria (1992, musica di C. Sichel), Sequenze di Tokyo (2003), Arie (17 libri, 2005-10), Solo e Pensoso (2007), Ultrasonetto (17 libri, 2008), I Giorni (2012). Per la prosa: I cinque Libri delle Favole (1986-93), Dyrrachium Veni (1995), I Passeri di Svevo (2008), Le gioie del silenzio (2010), Anonimie di metrò (2010). Per la drammaturgia: Salomè (1992), Gli Amanti di Medusa (musica di N. Valiensi, 1998), Prometeo Liberato (2001), Il Ritorno (2002), La bionda l’amore la guerra (musica di D. Luzko, 2006).
Claudio Sichel (1976) è artista e compositore la cui ricerca si muove a cavallo tra immagine visiva e sonora. In particolare la sua produzione spazia dalla musica concreta di ricerca al video musicale e sperimentale con una predilezione per lo sviluppo di progetti multisensoriali spesso realizzati in collaborazione con artisti provenienti dai più svariati ambiti espressivi. Durante il percorso di studi frequenta il noto poeta e docente veneto Luigi Cerantola, con il quale intraprende un lungo sodalizio artistico realizzando numerose composizioni di musica concreta elettronica. Il suo lavoro riceve negli anni diversi riconoscimenti internazionali e diffuso sui canali Rai e Sky in tutta Europa. Tra il 2013 e 2014 sue opere sono state selezionate e premiate in esibizioni e film festival di Toronto, Los Angeles, Londra, Brighton, Berlino, Sofia, Venezia, Padova, Ravenna.
ETNA rappresenta lo sguardo di Renato D’Agostin sul vulcano siciliano narrandoci un posto alieno, lunare, in cui ombre e figure si muovono lungo linee di tragitti tracciati dal sapore ineluttabile, tra fumi e nebbie d’atmosfera dantesca: figure abitanti un mondo magico e ancestrale come è il vulcano, dai mille rimandi simbolici. Si percepisce la potenza che ribolle sotto quella quiete innaturale.
ETNA
SEQUENZA E FUGA
a 4,6,8 voci - Coro MensanaX
ETNA is a polyphonic composition in 3 sections: I and II in hendecasyllables, III in polymetric verses; 4 voices for section I, 6 voices for section II, 8 voices for section III.
For ‘voices’ it is intended, rather than soloists, groups of voices ad libitum, liberally formed by male voices alternated by female voices, or groups of mixed voices, with the most diverse expressive intentions, all allowed.
The tone of the performance is decided by the Director: it can vary from pianissimo to fortissimo, from frusciato to urlato: the only mandatory indication is the precision in the accordance of words as presented in the score.
A performance marking consonants is suggested in order to strengthen the subject.
ACROBATI è il risultato visivo di un’ora allo spettacolo acrobatico di Shanghai scattato da D’Agostin in una pellicola fotografica nel 2012. Forse uno spettacolo di difficile successo nel mondo occidentale in quanto privo degli effetti speciali, musiche e luci di cui abbiamo bisogno per essere impressionati oggi, lasciando invece tutta l’attenzione all’essenza degli acrobati e alle loro evoluzioni, brillando dall’ombra con i loro costumi scintillanti. La semplicità dell’esecuzione lascia spazio solamente alla sua essenza e invita lo spettatore ad ammirare la straordinaria abilità degli acrobati, isolandoli dal rumore visivo al quale siamo abituati in simili situazioni. Gli Acrobati di D’Agostin fluttuano attraverso il tempo e lo spazio in una silenziosa danza di luce.
ACROBATISMI
IL VELO / VOLUBILE VELO
a 4, 5, 6 voci - Coro MensanaX
Acrobatismi is a text without interruptions, as continuum that flows through little sound variations but in multiple rythms to suggest lightness and instability.
Voices (4,5,6) are ad libitum, with preference for homophone groups (soprani, mezzosoprani, contralti, tenori, baritoni, bassi), as desired, but reasonably contained.
They could also be all of the same register.
Each performance should be considered acceptable on condition that it follows timing and dynamic indications, meaning the accuracy of synchronization.
A feeble performance is suggested, marking the vowels and without additional pauses than the ones indicated in the text.
KAPADOKYA – ΑΙΩΝ questo lavoro si situa nel solco dell’avanguardia intesa come tentativo d’integrazione fra tre procedimenti espressivi, ossia l’immagine (Renato D’Agostin), la parola (Luigi Cerantola), il suono (Claudio Sichel), ed è forse da ritener la più riuscita tra le produzioni fin ora realizzate per l’amalgama che riesce a creare, spostando il soggetto al di là dell’usuale fruizione, in una sfera sospesa di significati suggeriti e mai palesemente conclusi, come in un rito misterico.
La Cappadocia, spiega Luigi Cerantola «non appartiene che al mito. Era un tempo abitata, al centro dei traffici che solcavano l’antica Anatolia mettendo in contatto l’occidente della logica con l’oriente delle religioni, della magia, del favoloso. Per questo Pasolini vi ambientò la sua Medea, come se il vello d’oro da portar in Grecia Euripide l’avesse tratto da quelle grotte di mistero. Ora null’altro vi è rimasto che il meraviglioso, il fuori-del-tempo, il silenzio/ala sospesa nel cobalto immutabile, l’ombra/sacralità delle caverne dipinte.Quale popolo animerà ancora quelle pietre? Forse nessuno. Quale parola salirà da sotterra a farsi ancora armonia? Quale forma si farà nuvola in cielo?O per sempre rimarranno le rupi e l’enigma delle andate stagioni, degli spiriti estinti?Non resterà che il cielo blu-mistero, e la luna nelle notti d’argento, e il sole immoto sulle rocce solitarie. Per sempre, perché unico a non perire è il mito».
ΑΙΩΝ
Liturgia sul modo frigio per voci, strumenti tradizionali giapponesi e suoni di sintesi
The text is played on three fragments by Eraclitus, on Akkadian and Hittite words, and on obsure terms structured on hendecasyllables sonnet.
ΑΙΩΝ means “Perpetuity / Eternity”
Three Fragments by Eraclitus
Αἰὼν παῖς ἐστι παίζων πεσσεύων· παιδὸς ἡ βασιληίη
Eternity is a child playing draughts, the kingly power is a child’s
Ξυνὸν γὰρ ἀρχὴ καὶ πέρας ἐπὶ κύκλου περιφερεία
In the circumference of a circle the beginning and the end are common
Ὅσπερ σάρμα εἰκῆ κεχυμένων ὁ κάλλιστος κόσμος
The most beautiful order is a dust heap piled up at random
The music composition is intended as archaic, ancestral liturgy. It presents a stratified structure based on rythm-timbre-melody and formed by four parts that proceed independently:
1-Voices
2,3-Traditional japanese instruments Mokushō, a percussion idiophone from the temple Hokekyo-ji in Shimōsa-Nakayama and Tounkarie, a shell aerophone from the temple Houshin-ji inTokyo
4-Soundtrack with synth sounds and samples formed by 15 parts differing in timbre, rythm and melody. Samples of several traditional japanese, turkish, persian and indian intruments have been used: Taiko, Shakuhachi, Zither, Santoor, Shehani